Aedes Albopictus (Schuse, 1894) ordine Diptera, famiglia Culicidae, genere Aedes, sottogenere Stegomyia, specie albopictus – la cosiddetta zanzara tigre, è una specie di origine asiatica, il cui areale naturale di distribuzione comprendeva il sud-est asiatico, a partire dalle propaggini occidentali del sub-continente indiano, fino alle isole del Giappone. Dopo il secondo conflitto mondiale, con l’aumentare degli scambi commerciali, è cominciata la sua lenta ma inarrestabile colonizzazione di altre aree geografiche, avvenuta principalmente attraverso il trasporto passivo di uova, resistenti anche a lunghi periodi di disseccamento. Raggiunte nuove aree geografiche, la specie si è rapidamente adattata alle condizioni ambientali locali. Questo fenomeno è legato soprattutto alla plasticità ecologica della zanzara tigre, che consiste soprattutto nel poter utilizzare una varietà di piccole raccolte d’acqua dolce per lo sviluppo larvale, e nel deporre uova in grado di garantire una ibernazione chiamata “diapausa embrionale”. Le prime popolazioni di Ae. albopictus sono arrivate in Italia col commercio di copertoni usati importati dagli USA, ma non si può ragionevolmente escludere che altre vi siano giunte con l’importazione di merci di diversa natura. Il primo reperto di alate è avvenuto a Genova nel 1990, ma i più importanti focolai d’infestazione si manifestarono nei mesi e anni seguenti nel nord-est del paese (in Veneto e Friuli), lungo le vallate interne (lago di Garda, Colli Euganei) dove la temperatura invernale è più mite e poi lungo la costa Adriatica. Le modalità e la rapidità con cui la specie si è diffusa nel nostro paese sono legate al commercio interno di copertoni usati che le grandi aziende importatrici, localizzate nelle regioni di nord-est, rivendevano ad imprese minori per la rigenerazione, ma anche al trasporto accidentale all’interno di veicoli.
Come tutte le altre zanzare, Ae. albopictus presenta uno sviluppo strettamente legato alla presenza d’acqua dove deporre le uova e dove si svolge il ciclo pre-immaginale. Le uova non sono poste direttamente in acqua, ma immediatamente sopra la superficie, schiudendo solo quando sommerse e in presenza di condizioni climatiche e ambientali favorevoli. La zanzara tigre predilige piccole raccolte di acqua pulita e generalmente non utilizza i focolai larvali tipici delle zanzare più comuni, siano essi naturali (pozze, stagni, piccoli corsi d’acqua, ecc.) che artificiali (fontanili, canali per l’irrigazione, ecc.); questo la rende una specie tipica degli ambienti fortemente antropizzati, dove abbondano microfocolai costituiti da contenitori lasciati all’aperto (secchi, barattoli, bidoni, ecc.). Come molte zanzare del genere Aedes, l’adulto di questa zanzara si distingue per l’attività trofica diurna che si esplica soprattutto all’aperto e con estrema rapidità, nelle ore più fresche della giornata. Gli ospiti sui quali le femmine possono effettuare il pasto di sangue sono molteplici, praticamente uccelli e mammiferi, con una spiccata preferenza per l’uomo.
Dal 1997, anno del primo rinvenimento di Ae. albopictus a Roma, è iniziato nell’ex Laboratorio di Parassitologia dell’ISS (oggi Reparto di Malattie trasmesse da Vettori e Sanità Internazionale, Dipartimento Malattie Infettive Parassitarie ed Immunomediate – MIPI), uno studio volto a determinare quale fosse il periodo favorevole allo sviluppo della specie e i fattori coinvolti nella produzione di uova diapausanti. In quegli anni a Roma la specie iniziava ad essere attiva tra febbraio e marzo (11-12 ore di luce e temperature medie intorno ai 10 °C), con picchi di densità in agosto e settembre. Le uova invernali iniziavano a comparire già 3 Rapporti ISTISAN 09/11 all’inizio di ottobre (12-13 ore di luce, con temperature medie ancora superiori ai 15 °C) e già a metà novembre la quasi totalità delle uova deposte era ormai destinata a svernare. Adulti pienamente attivi sono stati rinvenuti fino a dicembre inoltrato, con temperature medie inferiori ai 10 °C.
Negli anni successivi il periodo di attività stagionale della zanzara tigre ha mostrato un costante incremento, fino al 2003, anno in cui per tutto l’inverno circa il 30% delle ovitrappole del sistema di monitoraggio è risultato positivo per la presenza della specie in città. Queste uova, deposte tra la metà di novembre e la metà di febbraio, mantenute a condizioni climatiche ambientali, cominciavano a schiudersi solo all’inizio di marzo. Secondo quanto riportato in letteratura le femmine di Ae. albopictus appartenenti a popolazioni di aree temperate con un fotoperiodo inferiore alle 13-14 ore di luce sono indotte a produrre uova diapausanti, che si riattivano solo in presenza dello stesso numero di ore di luce. D’altra parte sappiamo che anche la temperatura gioca un ruolo importante nell’induzione della diapausa.
Nel 2007 a Roma si è osservato che “apprezzabili” percentuali di uova invernali (30-40%) schiudevano immediatamente appena immerse nell’acqua; le larve poste in focolai di sviluppo outdoor non sopravvivevano alle basse temperature, mentre quelle mantenute a condizioni controllate di laboratorio (18 °C) concludevano il ciclo di sviluppo in circa tre settimane.
Questo evento ha rappresentato un chiaro deselezionamento dei caratteri che determinano la produzione di uova invernali, favorito dalle temperature miti della città, avendo come conseguenza che la zanzara tigre a Roma è oggi attiva durante tutto l’arco dell’anno.
Nel settentrione del nostro paese, dove le temperature sono mediamente più basse, il periodo favorevole allo sviluppo della specie è più breve, la schiusa delle uova invernali può essere ritardata di alcune settimane (aprile) e la sopravvivenza di pochi adulti limitata al mese di novembre.
Attualità dell’infestazione in Italia
Secondo i dati pervenuti al centro di coordinamento dell’ISS a tutt’oggi, focolai dell’insetto sono presenti, in maniera discontinua, sul territorio di tutte le Regioni ad esclusione della Valle d’Aosta, in 81 Province (Figura 1) e oltre 3000 Comuni, prevalentemente concentrati nella parte orientale della Pianura Padana, dove evidentemente la zanzara tigre ha trovato le condizioni climatiche e ambientali più favorevoli alla sopravvivenza e alla riproduzione. Tuttavia numerosi focolai sono presenti lungo le fasce costiere dei versanti Tirrenico e Adriatico, nonché nelle aree interne di bassa collina fino ad un’altezza massima di 400-500 m slm.
La gran parte dei pochi focolai presenti nelle regioni centro-meridionali non ha dato luogo a colonie di rilevante importanza, per la scarsa quantità di precipitazioni e per il basso tasso di umidità relativa. Fanno eccezione alcune aree urbane, come quella di Roma, dove la zanzara ha trovato condizioni particolarmente favorevoli alla rapida diffusione sul territorio cittadino, tanto che attualmente focolai d’infestazione, più o meno estesi, sono presenti in tutti i 19 Municipi cittadini, con propaggini extraurbane lungo le strade consolari e in molti Comuni della Provincia di Roma.
Per quanto riguarda le isole, in Sardegna sono riportati pochi focolai più o meno isolati, mentre la specie si è rapidamente diffusa in Sicilia in questi ultimi anni, soprattutto in provincia di Palermo e Messina, dove nell’estate 2008, a causa di una piovosità superiore alla media, ha raggiunto livelli di abbondanza.